Copenaghen punto zero
La vita tra due morti
di Neviana Calzolari
con Donatella Allegro
regia di Christian Caiumi
in collaborazione con Associazione Culturale Effettica
Copenaghen punto zero. La vita tra due morti è il primo libro di Neviana Calzolari (Giovane Holden Editore, 2018).
Debutto: 21 ottobre 2018 – Circolo Arci Ribalta di Vignola (MO)
Il 6 marzo 2020 replica al Teatro dell’ABC di Bologna.
Copenaghen punto zero. La vita tra due morti è l’esordio letterario di Neviana Calzolari (Giovane Holden Editore, settembre 2018).
Grazie all’incontro tra l’autrice, il videomaker Christian Caiumi, l’attrice Donatella Allegro e la musicista Tyng Tiffany, Copenaghen è diventato prima un radiodramma (ascoltabile su NEURadio) e poi uno spettacolo teatrale, che è andato in scena in anteprima all’interno della scuola di politica di genere organizzata dall’Associazione “Le Funambole” nell’agosto 2018.
Tra gli arredi e le macerie di una casa senza tempo, una figura anfibia, talvolta mascherata, rivive le immagini di un’intera vita alla ricerca di se stessa e delle soglie che hanno segnato i mutamenti, le transizioni, le prese di consapevolezza del proprio farsi persona. Muovendosi tra sedie accatastate, teli bianchi che coprono resti e ricordi, illuminata da un filo di luce che dà speranza e insieme tormento, una donna si interroga, sfida certezze e paure, a partire dai luoghi e dalle relazioni che abita.
«Evocare l’esperienza della transizione di identità sessuale come destino misterioso, potenza, energia vitale, attraverso testi che la possano richiamare nei suoi significati e passaggi esistenziali più profondi, dalle sue premesse che in qualche modo possano rievocare la vita-non vita (morte) di prima della transizione dalla quale essa nasce, per seguirne poi lo sviluppo fino a quella che potrebbe essere la prefigurazione di una morte quale esito conclusivo di una vita autentica.
Trasmettere quindi in particolare l’idea che la transizione di identità sessuale è il sorgere di una vita che si colloca tra due morti (una prima morte celata dietro una non-vita, una seconda morte quale termine di una vita vera e autentica).
Inoltre evocare come nell’esistenza di ogni essere umano, trans o no, la nostra identità tenda a essere fissata e cristallizzata in momenti, in passaggi decisivi, che lasciano dietro di noi tensioni irrisolte che condizioneranno per sempre la nostra vita, il modo in cui ci rapportiamo agli altri, fino a quando eventi esterni traumatici (come affrontare la morte) ci costringono a scegliere nuovamente se confermare le nostre decisioni precedenti o se metterle in discussione. E cosa è il senso della vita se non interrogarsi su ciò che ci è capitato di essere o di diventare nella nostra dimensione più intima e autentica? E quindi di avere il coraggio di tradurre anche socialmente questo destino? La vita di una persona transessuale è una delle manifestazioni più forti ed estreme del destino esistenziale e mortale di ogni essere umano.» (Neviana Calzolari)