spettacolo inchiesta in tre atti
autore Paolo Soglia • regia Donatella Allegro
lo spettacolo è andato in scena:
- 27 gennaio 2023 – Sala Candilejas – Bologna (prima assoluta)
- 3 marzo 2023 – Auditorium Spazio Binario – Zola Predosa (BO)
- 9 giugno 2023 – Teatro La Cucina c/o ex O.P. Paolo Pini – Milano
- 29 giugno 2023 – Rassegna estiva “Se una notte d’estate” – San Giorgio di Piano (BO)
- 31 agosto 2023 – Festa de l’Unità – Bologna
- 11 ottobre 2023 – Teatro Biagi-D’Antona – Castel Maggiore
per informazioni:
Paolo Soglia • paolo.soglia@gmail.com
presentazione a cura di Paolo Soglia
paolosoglia.wordpress.com
Uno Bianca Reload è uno spettacolo/inchiesta ideato e scritto da Paolo Soglia, realizzato in collaborazione con Donatella Allegro.
Paolo Soglia è un giornalista e documentarista di Bologna che ha lavorato fin dai primi anni novanta sui delitti della banda di poliziotti che insanguinò Bologna e la Romagna dal 1987 al 1994: sette anni di terrore, 24 morti e oltre 100 feriti in 103 azioni criminali.
Nel 2023 ne ha tratto sei video-inchieste pubblicate su youtube sul canale Countdown – Storie dal vivo che hanno raccolto decine di migliaia di visualizzazioni, raccontando fatti specifici e presentando materiali inediti.
Successivamente ha realizzato questo spettacolo/inchiesta assieme a Donatella Allegro, che ne ha curato l’adattamento drammaturgico, per dare alla vicenda una lettura più analogica e complessiva.
È uno spettacolo in tre atti: nel primo, Il Peccato Originale, ci si concentra sul depistaggio operato dal brigadiere dell’Arma Domenico Macauda in merito al duplice omicidio dei carabinieri Stasi ed Erriu a Castel Maggiore, nell’aprile dell’88, e si prosegue successivamente con Armi, opere e omissioni, analizzando tutti gli indizi e le soffiate che sin da quell’anno portavano dritti alla banda dei poliziotti killer e che vennero sistematicamente ignorate: le rivelazioni di un pregiudicato che portavano a Fabio Savi, le armi identificate per l’omicidio del Pilastro possedute dai fratelli Savi, gli identikit identici alla faccia di Roberto Savi che giravano in questura dove lui lavorava, la testimonianza del padrone dell’armeria Volturno, scenario di un duplice omicidio nel ‘91, che aveva identificato in quell’identikit una somiglianza con un poliziotto delle volanti, e tante altre circostanze anomale, il tutto corredato da documenti e interviste inedite, alcune realizzate all’epoca dei fatti.
Nell’ultimo atto, Il giorno del giudizio, si tirano le somme e ci si concentra anche sulla narrazione che è stata fatta della cattura di Fabio Savi e poi della banda da parte dei poliziotti riminesi Baglioni e Costanza nel ‘94, dimostrando come la versione fin qui esaltata da film e documentari sia stata romanzata, perché anche in quel caso le cose potrebbero non essere andate come è stato raccontato.